lunedì, Settembre 25, 2023
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    Tusco porta live la sua ironia di ferro: Ironicon, il suo primo LP, live al Cult Fest di Pavia. L’intervista.

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    Il 18 marzo scorso è uscito “Ironicon”, il nuovo album di Tusco distribuito da GattoPirata Dischi. Copertina tra il dispotico e l’illustrativo firmata Bill Hauser in cui aleggiano atmosfere tra “Enemy” di Noyz Narcos e “ASTROWORLD” di Travis Scott, il disco è un concentrato di introspezione e cronaca in cui è l’ironia a guidarli e a farli ballare insieme a ritmo di basi e beat da doppia H.

    L’album è inoltre impreziosito da svariate collaborazioni con artisti che hanno dato importanti contributi al rap italiano come Maury B, Ape, Jangy Leeon, Musteeno e molti altri. Ma non solo: Tusco ha già portato “Ironicon” live e proprio in questi giorni lo farà “a casa sua”. Sarà proprio stasera – in occasione del CultFest 2022 (31.5 – 3.6 a Pavia), Festival Autogestito da Radio Aut e da UDU – Coordinamento per il Diritto allo Studio.

    Noi di Hip Hop Starz Tour lo abbiamo incontrato e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui. Check it!

    Ciao Matteo, grazie del tempo che ci dedichi! Che effetto fa vedere il primo LP fuori?

    Molto emozionante incidere la propria musica su vinile perché è u supporto unico e affascinante. Ultimamente è tornato molto in auge: collezionisti e amatori. Per me è importante per inciso il vinile perché a differenza dello streaming ti obbliga ad osare il disco dall’inizio alla fine. I servizi digitali spaccano per altri motivi, ma il tempo che si “spende” per ascoltare il disco è impagabile. Oltretutto mi dà l’oggetto a qualcosa che dia vita alla musica, a darle una forma. Capisco chi è legato al disco, si ha proprio la musica tra le mani. Sicuramente la collaborazione con Gattopirata è stata incredibile: grazie a loro ho scoperto molte cose. L’artwork è di Villhaures che ha collaborato anche ss a comando.

    Quando hai sentito la necessità di lavorare al primo album? Quando invece hai pensato, deve uscire in quel preciso momento?

    Dopo che mi sentito con Gattopiratadischi quando Green Vice mi ha mandato una cartella con tante basi che mi piacevano. Quindi mi ci sono dedicato durante la pandemia per un nuovo progetto: ed è nato il disco. Ci è voluto tempo: il vinile ha delle tempistiche diverse dal digitale. Poi in quel periodo era tutto rallentato, un po’ più complicato. Poi marzo: ho sentito fosse il momento di uscire perché tutti i tasselli del puzzle erano pronti e finalmente coincidevano.

    Ci racconti la storia di Ironicon? Cosa ti ha spinto a scrivere questo tipo di disco e quanto il momento storico che abbiamo vissuto (e che in parte stiamo vivendo) ti ha influenzato, se lo ha fatto?

    Concetto dell’ironia che è il filo conduttore dell’album: sia come arma di resistenza ad un periodo difficile, sia come modo per giocare con la realtà – le parole etc e portarlo nel rap senza utilizzare un personaggio. Ironicon richiama l’ironia ma anche “iron”, “ferro”: doppia interpretazione del ferro. La pandemia ha influenzato sull’idea del disco: nel retro dell’artwork c’è tutto il riferimento al mondo dispotico governato da questi alienoidi con una mascherina tipo medical maso sorridente che va a simboliggerare l’idea di accettare con forza il periodo corrente.

    Classe ’93 ma le tue basi e le tue rime arrivano proprio dai 90s. Sei molto legato all’Hip Hop degli albori, o sbaglio?

    La Golden Age è Loa cosa che più mi ha catturato. Oltre agli album storici, o artisti iconici, mi hanno sicuramente formato. E poi tutto il movimento nato attorno ai centri sociali però devo dire che sono molto curioso: ascolto tantissime nuove sonorità, wave e influenze. Un sacco di sottogeneri mi permette di provare e sperimentare cose nuove.

    Tu e l’Hip Hop sembrate aver avuto un vero e proprio imprinting. Quanto ti ci ritrovi in questa cultura? Secondo te esiste ancora? E se si, in quale forma?

    L’hip hop mi accompagna dalle medie con il Writing. Mi ci riconosco al 100%. Nel tempo si è consolidata come realtà importante in tutto il mondo e in cui le persone si possono identificare a seconda delle loro inclinazioni. Ci sono tante fonti digitali come tanti eventi nel mondo. Un esempio sono tutte le gare di freestyle che RedBull sta facendo in Spagna e in Sud America o come il movimento Griselda che dall’America è arrivato anche in Europa.

    Cresci tra jam e Battle di freestyle: una palestra di tutto rispetto. Ma che panorama abbiamo oggi in Italia? Il digitale ha solo discostato l’attenzione su altri canali oppure sono eventi culturali e artistici che pian piano vanno scomparendo?

    Le battle e le jam sono delle palestre fondamentali: sono veramente formativi e poi ho conosciuto davvero tantissime persone. Nonostante il mondo digitale sia diventato immerso, il mondo del freestyle è sempre più denso di crew – anche di giovanissime -. Le nuove generazioni spaccano e stanno nascendo sempre più format nuovi.

    Camilla Castellani
    Camilla Castellani
    "A Spike Lee joint" IG @mimirtilla