sabato, Aprile 1, 2023
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    MISSEY ci racconta “Futuro3”, il track by track del suo nuovo Ep

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    È del 21 gennaio l’uscita di “FUTURO3”, il nuovo EP di Missey. Con le produzioni firmate da OMAKE, RGB prisma, Dario Bass e Daykoda, Missey ci avvolge con le sue insicurezze e la sua rabbia: un viaggio di sette tracce in cui dimostra come e quanto fragilità e grinta possano coesistere e creare un vero flusso di sperimentazione.

    Missey

    In esclusiva su HHST Missey ci racconta il suo nuovo ep

    DECADE: Il primo pezzo di “FUTURO3” che ho scritto, ci ho messo due ore. La produzione era così bella che di tutto quello che ci ho messo sopra con la voce dopo ero super convinta: è stato un momento di scrittura molto significativo per me. OMAKE ha costruito tutto sul senso di circolarità del beat e l’attesa di un’apertura, questo nel testo è diventato un mantra, che sul finale incontra una combo stra-studiata di elementi presi da mondi sonori diversi e decontestualizzati, come l’organo, le chitarre post-rock e le ritmiche reggaeton.

    DESTYNI: Questa traccia nata con 999asura è arrivata in modo inaspettato e a suo modo mi ha permesso inaspettatamente di provare a sentire la mia voce in un contesto un po’ diverso dal mio, un po’ più pop. Aver sperimentato in questo senso con un amico mi ha parecchio incuriosito e divertito. Anche perché, dall’altro lato, con la produzione il mood generale si orienta su qualcosa come “quite verse / loud chorus” di inizio anni ‘90 (vedi Nirvana), ma calato all’interno dell’universo sonoro del progetto Missey. Quindi si mischiano batterie e bassi digitali, che si fondono con accordi di chitarra pulita nelle strofe, distorte nei ritornelli.

    FUTURO3: è il mio pezzo preferito perché mi ha richiesto sforzo scriverla e mi ha soddisfatto molto dopo. E questo è successo perché ho effettivamente provato a fare cose diverse, di tipo più impulsivo e istantaneo in uno schema sonoro che magari il secondo prima stava “portando” in tutt’altra direzione. Cercavo una maggiore espressività. Lato produzione, OMAKE ha coinvolto molti amici, incredibili musicisti: Stefano De Vivo, Matteo d’Ignazi, Bleu Smith e DEMA, con profonda sicurezza nelle loro capacità e con l’idea di voler fondere ancora di più i pianeti dell’universo rock con i miei. Il brano è stato costruito sull’idea di partire da un punto e arrivare ad un altro: i due punti nello specifico erano FKA Twigs, o James Blake, e un finale che ricordasse in qualche modo i Pink Floyd.

    GRANO E SATELLITI INTERLUDE: Questo interlude è nato da un mio freestyle di sole voci e senza bpm, con una reference un po’ alla “All of the lights” di Kanye West, più che altro a livello di armonizzazioni e blocchi sonori brevi e serrati. L’atmosfera diventa chiaramente diversa quando la produzione solo in seguito viene cucita addosso alla mia voce. Con il sampling, la scelta dei suoni ecc, diventa tutto effettivamente un po’ più caldo, qualcosa di più vicino al mio modo di esprimermi in musica.

    METRI SOPRA IL TERRENO: Adoro gli RGB Prisma, adoro Minerva. Tre piccoli esseri nello spazio come me con cui ho potuto realizzare il pezzo più elettronico del disco, potendo immaginare di inserirci dentro influenze da Bon Iver a Bjork e Grimes. Credo che ognuno di noi sia riuscito ad esprimersi abbastanza a pieno in questa traccia, a livello testuale come strumentale, penso che si percepisca in generale una spinta verso il voler provare nuove soluzioni, mentre la tensione di contro sembra tirarti con i piedi per terra e anche più giù. Una delle mie collaborazioni preferite di sempre!

    CADERE COSÌ: Questo pezzo è nato a casa di Dario Bass a Napoli, credo a settembre di due anni fa, ho passato lì con lui neanche due giorni. Due giorni in cui l’ho osservato costruire il brano e suonarlo in mille modi. È stata una grande lezione soprattutto perché, esattamente nello stesso modo in cui suona, è una bellissima persona. La sua produzione va da una partenza che è puro lo-fi hip hop e arriva momenti di musica funk, che mi hanno fatto impazzire, anche perché tra i miei ascolti principali e preferiti di sempre ci sono gli Earth, Wind & Fire, quindi è stato bello pensare di fare qualcosa che potesse riprendere quella vibe, soprattutto decontestualizzata, in una canzone in questo caso un po’ triste.

    QUASI-STELLA: L’altro pezzo più suonato del disco, insieme a FUTURO3, anche in questo caso i musicisti che hanno preso parte al lavoro sono anche amici, che immaginavamo avessero tra gli ascolti tantissimo Jazz, come anche Frank Ocean, come anche i Moderat: quindi sapevamo di poter fare qualcosa di ancora più non-convenzionale all’interno di un disco che già di per sé aveva esplorato diversi mondi. Questa traccia anche è nata senza bpm, avevo scritto e registrato alcune frasi su una singola traccia di piano di Pablo (Davide Palombo) compositore del brano, che ho da subito voluto in un ipotetico disco futuro a cui avrei lavorato, mi aveva travolto. Poi si sono uniti a noi Daykoda e i suoi ragazzi, Andrea Dominoni, Matteo d’Ignazi, così la parte sperimentale del brano ha cominciato a condensarsi in più strumenti e in atmosfere matte che hanno creato qualcosa direi effettivamente di spaziale. Quasi-stella mi dà l’idea sonora e percettiva di qualcosa che sta decollando e andando via.