Recuperare musica uscita anche solo dieci giorni fa porta a ragionare al di fuori delle logiche di “mercato”. Non che bisogna necessariamente essere a conoscenza dell’industria musicale ma mi riferisco alla quantità di musica a nostra disposizione rispetto ad anni fa. Ogni settimana ci sono uscite, parecchie, nuove: singoli, EP, album e/o progetti di svariata natura. Dunque, il primo ascolto di un album o il ri-ascolto di un pezzo di una settimana, due mesi o dieci anni prima è un po’ riappropriarsi dell’ascolto e il “permettersi” di farlo dove, come e – soprattutto – perché lo si vuole.



Così è successo per “Profondo”, il nuovo EP di Dirt O’Malley uscito il 15 ottobre per Sony Music. Anticipato dai singoli “Parla Con Me” e “Madama”, l’EP è un diario suddiviso in 7 brani scritti e prodotti tra il 2018 e oggi. Una tracklist che porta in un viaggio fortemente introspettivo – melodico ed espressivo – in cui l’artista palermitano rincorre la propria e personalissima felicità.
«Questo EP – racconta l’artista – rappresenta un po’ un viaggio confusionario all’interno della mia testa nella quale nemmeno io so dove mi sto dirigendo. Semplicemente mi lascio trasportare dalle emozioni e dagli istinti che vivo quotidianamente cercando di analizzare e capire cosa succede intorno a me. Per me è difficile esprimermi con chi mi sta accanto e sfogare i pensieri più nascosti. Ho quindi cercato, tramite la mia scrittura e le produzioni musicali, di trasferire nel disco le ribellioni e l’energia di alcune notti, non rimanendo isolato nell’insicurezza e nella malinconia di tutti i giorni».
Dirt O’Malley ha un immaginario musicale sfaccettato, frutto di una consapevolezza non comune per la sua generazione che si riflette anche nei testi, e con questo EP, il primo lavoro per Sony Music, si presenta a un pubblico ancora più ampio di quello che lo ha sostenuto negli ultimi tre anni.
“Profondo” – e questa è una delle unicità dell’EP – è prodotto dallo stesso Dirt O’Malley che dirige il suo flow in basi dal background rap e trap: unione contemporanea forte, ripresa delle nuove generazioni che ne hanno fatto quasi una propria identità musicale. Alla produzione “Profondo” ospita un contributo importante: Sine, che dal 2020 segue direttamente questo progetto e che qui ha realizzato due strumentali – tra cui la title-track. Insieme a Sine e dello stesso Dirt O’ Malley, “Profondo” ospita le basi di Phatpro, Segi e Stoner.
Se questo EP è un diario personale dell’artista, chissà quando ci regalerà un album: sarà forse un libro – o parte di esso – ancora più intimo?