L’MTV Europe Music Award for Global Icon è uno dei riconoscimenti assegnati ad artisti – in prevalenza europei, con alcune categorie indirizzate a paesi extraeuropei – nel corso del noto evento organizzato dall’emittente televisiva MTV. Nel 2013 il pubblico di MTV ha eletto Global Icon Eminem, rapper statunitense considerato tra i maggiori artisti hip hop degli anni duemila e di sempre.



Eminem è il nome d’arte di Marshall Bruce Mathers III, nato il 17 ottobre 1972 a St. Joseph, città dello stato del Missouri – centro-occidente degli U.S.A. I suoi genitori, Deborah Rae (“Debbie”) Nelson e Marshall Bruce Mathers Jr., sono nella band dei Daddy Warbucks, che suona in locali lungo il confine tra il Montana ed il territorio degli stati del Dakota (del Nord e del Sud); sono poveri, e costretti così a trasferirsi da una parte all’altra degli Stati Uniti. Poco dopo la nascita del bambino si separano: il padre si sposta in California, dove si rifa una famiglia; il piccolo rimane con la madre, la quale più tardi avrà un altro figlio, Nathan (“Nate”) Kane Samara, ed i due si muovono di casa in casa fino a quando non si stabiliscono a Detroit, la città più grande e popolosa del Michigan, dove Marshall trascorre la sua adolescenza. Vivono nella Eight Mile Road, che si estende da est ad ovest dell’intero spazio urbano e rappresenta la linea di divisione tra i territori della città di Detroit e della contea di Wayne (a sud) e quelli delle contee di Oakland e Macomb (a nord).



Nella seconda metà del XX secolo la popolazione afroamericana di Detroit ha subito fortemente la piaga sociale della segregazione razziale, poiché sebbene fosse caratterizzata da una classe media più o meno agiata, la maggior parte di essa viveva in condizioni di povertà, al margine. La frustrazione è cresciuta sino a che nel 1967 l’arresto di circa ottanta persone (la maggioranza delle quali afroamericane), che stavano festeggiando il ritorno dal Vietnam di due veterani in un locale non dotato di licenza, è stata la scintilla per una sanguinosa rivolta, durata dal 23 al 27 luglio. Attualmente oltre l’80% della cittadinanza di Detroit é afroamericana – e dunque a sud della Eight Mile Road vi è una popolazione perlopiù afroamericana/di discendenza afroamericana.
A questo punto é Marshall ad essere discriminato: in più episodi egli viene pestato da alcuni giovani del suo blocco. Già nella scuola elementare aveva subito atti di bullismo, in particolare era stato preso di mira da un certo D’Angelo Bailey, come racconta in Brain Damage (The Slim Shady LP, 1999), nella cui intro un dottore ed un’infermiera dialogano animatamente: Wait, he’s convulsing, he’s convulsing / Aah / We’re gonna have to shock him / Oh my God, oh my God (Aspetta, ha le convulsioni, ha le convulsioni / Aah / Dovremo fargli lo shock / O mio Dio, o mio Dio) – scelta ricollegabile al fatto che una volta Marshall fu picchiato al punto da entrare in uno stato comatoso. Nella seconda strofa del brano fa riferimento anche a sua madre Deborah, che non ha rappresentato per lui una buona figura genitoriale: She beat me over the head with the remote control / Opened a hole and my whole brain fell out of my skull / I picked it up and screamed, “Look, bitch, what have you done?” (Lei mi ha colpito in testa con il telecomando / Aperto un buco ed il mio cervello è caduto fuori dal cranio / L’ho raccolto ed urlato, “Vedi, put****a, che cosa hai fatto?”).
Nel 1987, all’età di quindici anni, Marshall incontra Kimberly Anne (“Kim”) Scott, tredicenne che sta a sua volta vivendo in un contesto famigliare difficile; dopo averlo conosciuto, scappa di casa insieme alla sorella gemella Dawn, e le due vanno a stare da lui e sua madre. In un secondo momento Marshall e Kim diventano school sweethearts e nonostante gli alti e bassi mantengono il loro rapporto per lungo tempo; nel 1995 Kim rimane incinta ed il 25 dicembre nasce Hailie Jade Mathers, che negli anni a venire sarà il collante della loro relazione, alla quale metteranno fine in maniera definitiva nel 2006, poco dopo il loro secondo matrimonio.



Marshall inizia a rappare nella scuola superiore, che abbandona dopo aver ripetuto tre volte il nineth grade (corrisponde al primo anno in Italia). Rifacendosi alle sue iniziali, nasce come M&M, la cui pronuncia è appunto Eminem. Spesso partecipa a battles di freestyle insieme all’amico Proof, con cui muove i primi passi nel mondo della musica; nel 1996 formano con altri rapper una crew dal nome The Dirty Dozen, nota semplicemente con la sigla D12. Più tardi i membri del gruppo decidono di crearsi degli alter ego, personalità ‘alternative’, cui fare riferimento nei pezzi. È così che il lato oscuro – arrabbiato col mondo, violento, privo di scrupoli, perverso e sadico – di Eminem viene a galla in Slim Shady, dal linguaggio fortemente dissacrante.



Nel 1997, dopo il suo album d’esordio Infinite (1996) ed il seguente Slim Shady EP (1997), partecipa alle Rap Olympics, contest di rap freestyle che si sta tenendo a Los Angeles; arriva alla finalissima, ma non vince. Tuttavia un dipendente dell’etichetta discografica Interscope Records, presente all’evento, invia una copia dell’EP di Eminem all’amministratore delegato James (“Jimmy”) Iovine, il quale a sua volta lo fa ascoltare al famosissimo produttore Dr. Dre, che riconosce all’istante il talento del ragazzo e chiede di trovarlo subito. Per quanto i colleghi critichino la scelta di lavorare con un rapper bianco, Dr. Dre è sicuro della propria decisione e così nel febbraio 1999 viene rilasciato The Slim Shady LP, che pone le basi per l’enorme successo di Eminem.
Oggi fa un po’ strano mettersi ad ascoltare Recovery (2010), con le tracce che durano quattro o cinque minuti. Ogni brano, così lungo, è un’immersione negli abissi della sua mente passando in rassegna i suoi pensieri, è in pratica un’accurata ispezione delle idee che imperversavano per la sua scatola cranica nel momento della scrittura del testo. Un’esperienza unica, che non sembra di poter ripetere con gli artisti attuali – non con una simile limpidezza. Ciò è dovuto alla composizione dei pezzi, impeccabilmente puliti: il beat assume una funzione prettamente di accompagnamento e viene plasmato dalla sua voce, il cui timbro è distintamente riconoscibile. In questo senso si percepisce un modo autentico di fare hip hop, seppur aperto alla sperimentazione con sonorità pop e rock; infatti oltre alle numerose collaborazioni con esponenti della musica pop, come The Monster feat. Rihanna (The Marshall Mathers LP2, 2013), Walk On Water feat. Beyoncé e River feat. Ed Sheeran (entrambe in Revival, 2017), Eminem ha in più tracce campionato riff di chitarra elettrica – l’influenza rock é ad esempio evidente in Sing For The Moment (The Eminem Show, 2002), in cui il ritornello è campionato dall’immortale Dream On degli Aerosmith.
La perfezione raggiunta nella tecnica emerge in Rap God (Marshall Mathers LP2, 2013), con cui Eminem è entrato nel Guinness dei Primati per il maggior numero di parole pronunciate in un brano: 1.560 in 6 minuti e 4 secondi, con una media di 4,28 parole al secondo… They say I rap like a robot, so call me Rap-bot / But for me to rap like a computer it must be in my genes (Dicono che rappo come un robot, perciò chiamatemi Rap-bot / Ma per me rappare come un computer dev’essere nei miei geni).
Inoltre nel 2002 l’artista ha debuttato nel mondo del cinema con la pellicola ispirata alla sua storia 8 Mile, dove ha interpretato il ruolo del protagonista Jimmy Smith Jr., soprannominato B-Rabbit. Ha registrato alcune tracce per la colonna sonora del film, tra cui Lose Yourself, che è stato il primo brano rap ad ottenere il premio Oscar alla Miglior Canzone. Il pezzo si chiude con l’outro You can do anything you set your mind to, man (Puoi fare qualunque cosa tu ti poni di fare, uomo), messaggio che corona il racconto del suo vissuto travagliato ed acquisisce così un valore di verità.
Vi Ricordiamo che dal 17 Gennaio è disponibile sulle piattaforme digitali e nei migliori negozi di dischi “Music to Be Murdered By“, l’undicesimo album in studio del rapper statunitense Eminem, fuori per da Aftermath Entertainment, Interscope Records e Shady Records.