Una brezza leggera, che scorre tra i synth e i ritmi sincopati, lenti, e le metriche intricate ed estrose. I due raccontano, delicati e ironici, l’amore d’estate. Ma non solo: l’ultimo lavoro di Dargen d’Amico e il primo progetto insieme al compagno storico Emiliano Pepe, manco a dirlo ricorda proprio un’onda. Leggera.



Ondagranda è un disco che segue un flusso, più legato alle strumentali che alle tematiche. Il progetto infatti parla di tutto, in tono vezzeggiativo e con giochi, incastri di parole che rendono i concetti espressi indiretti. Nelle undici tracce non manca l’amore (DORMI), un pensiero politico (LO PREFERISCO VAGINALE), la critica sociale di FOTOSHOP e CANZONE SENSIBILE, e il nosense di A COPACABANA, TEPPISTA. Ma nell’ascolto one take del disco, in fondo, le parole sono al contempo centro e contorno.
D’Amico è uno dei più grandi liricisti della scena italiana, e la qualità della scrittura, a tratti paradossale ma sempre credibile, lo conferma. Il cantastorie milanese nel corso della sua attività musicale, spesso, è rimasto incompreso a causa della tendenza o esigenza lirica di sperimentare, di cambiare, di non fossilizzarsi su rap e flow, ma di lasciarsi contaminare grazie anche alla sua altrettanto fortunata attività da producer.



In questo album Dargen si conferma, ma diversamente. Riesce infatti a risultare fresco, leggero, e le sue parole trasportate sopra strumentali estive ma elaborate, per nulla banali o ammiccanti al mainstream 2k19. Ondagranda è un progetto senza target, che può arrivare a tanti e piacere a molti nella sua leggerezza. Il disco sembra essere pop più per la bravura e interpretazione dei due attori principali, che per le marchette sonore, e questo ne legittima l’ascolto; e a tratti i testi strappano sorrisi, le basi stupiscono piacevolmente essendo varie: dagli anni 80 di SPOSAMI alla strumentale con sonorità elettroniche che chiude un disco alla fine complicato.
Complicato perchè il raggiungimento di questa semplicità ha richiesto più di un anno di lavoro, di basi plasmate sulla voce di Pepe.
“Non abbiamo idea di come suoneremo live. Ah, non so se faremo live. Forse sì, ci penseremo più avanti; l’album ha sonorità complicate da replicare dal vivo.
Avevamo voglia di entrare in studio e comporre, ci mancava la routine della creazione. Non abbiamo mai pensato, in quel momento, all’aspetto live.”, dicono entrambi.
Ondagranda è un percorso, senza pretese e in fondo senza significato. Ma non è un album estivo da scartare dopo ferragosto. E’ un lavoro libero e lucido di chi ha avuto la necessità di creare un moto e un progetto che non avesse a che fare con le uscite radiofriendly che invadono le classifiche da metà maggio in poi; che Ondagranda sia adatto alla spiaggia e fuori dubbio e testimonia la tanto ricercata leggerezza nella produzione, nello stile espresso durante i 37 minuti. D’Amico e Pepe hanno fatto musica come piace a loro e si sente. Canta Pepe in Anche secondo me:
Con i suoni di adesso si può fare tutto/
Fatti un poco nel cesso li ho comprati tutti/
Ed i suoni del cuore sono meravigliosi/
I suoni del cuore sono un’altra cosa
Ondagranda è estate, è un album complicato e disinteressato.”Tutto il resto è noia, droga, e luoghi comuni”.