venerdì, Marzo 31, 2023
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    Intervista a Tommy Kuti: Una malformazione del sistema

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    Tommy Kuti, nato Tolulope Olabode Kuti nel 1989 in Nigeria, è un rapper e producer che si sposta in Europa tra Castiglione delle Stiviere, Brescia e Cambridge, dove si laurea in scienze della comunicazione.

    Tra il 2011 e il 2012 escono l'EP "Tutti Vogliono" e gli album "Manifesto" e "Wake Up", tutti autoprodotti. Nel 2015 fonda, con Yank e Diss2Peace, il collettivo MancaMelanina, con cui pubblica il "MancaMelanina Mixtape". Nel 2016 firma per la Universal e nel 2018 pubblica l'album "Italiano Vero".

    A seguire l'intervista che ci ha concesso:

    Qual è stato per te il momento della svolta, quello in cui hai capito che la tua strada sarebbe stata la musica ?

    Nell' inverno del 2014 lavoravo all' Apple store e poi mi hanno licenziato. Mi hanno spezzato il cuore ahahah. A parte gli scherzi, da lì mi sono promesso di mettere da parte i soldi per andare ad abitare a Brescia, dove ho portato il piccolo studio di registrazione che avevo. Poi con amici, in uno scantinato, abbiamo iniziato a fare musica. Avevamo creato il collettivo "MancaMelanina" con cui mi sono applicato alla musica ogni giorno. È stato un inizio un po' old school. Facevo tutto da solo, ricordo che in un periodo facevo le basi, mixavo e aiutavo anche i miei soci a fare i mixtape. Devo dire che da quel periodo di alto impegno e creatività sono uscite belle cose. Penso che la gavetta serva sempre, infatti negli anni sono anche sempre andato ai contest di freestyle.

    Tu stai iniziando ad avere hype e ad essere famoso adesso. Con che pezzo vorresti farti conoscere da chi non ha idea di chi sia Tommy Kuti?

    Eh penso "Afroitaliano", che racconta un po' tutta la storia. O anche "The way I am", che forse è ancora più autobiografica.

     

    Com'è nata l'amicizia con Fabri Fibra?

    Beh abbiamo la stessa manager, ma credo che più che altro sia nata da una certa sintonia artistica. Paola gli ha fatto sentire qualche mia canzone e lui l'ha davvero apprezzata. Quando ha sentito "Cliché" ha voluto subito fare la strofa ed è stato molto soddisfacente questo. Diciamo che il punto in comune è che abbiamo un po' la stessa visione delle cose, ci capiamo molto musicalmente.

    Ora va molto di moda vestirsi in modo appariscente, con molti gioielli etc…e tu nello "Sto Magazine Freestyle #26" ti sei vestito da spazzino, come mai questa scelta?

    Beh se ci penso sono un po' contro tutta la cultura del materialismo e dello spendere i soldi che non si ha. Per me l'hip-hop è sempre stata la fuga dall'universo dei modaioli, dei fighetti italiani che si vestono tutti uguali e che si mettono i vestiti per apparire. È un po' contro la mia persona essere così venale e legato agli oggetti. Sono più una persona solare a cui interessa il valore interno che si può avere. Preferisco un sorriso a un vestito di marca.

    In Francia sta andando tantissimo l'afro-trap, cosa ne pensi di questo movimento?

    Eh che è una figata! Io conosco molto bene tutta la musica nigeriana a partire da Fela Kuti fino ai più nuovi esponenti dell'afrobeat come WizKid e questo approdo in Europa mi fa davvero piacere, anche perché è quello che ho sempre sentito nelle feste di casa con i miei genitori e molti miei amici. Sta avvenendo un'integrazione musicale e così una commistione di generi che è impressionante. Magari fosse così anche a livello sociale.

    Tu hai avuto uno scontro sui social con Salvini riguardo allo "Ius Soli". Ti va di dirci qualcosa al riguardo?

    Mah, direi che quello che è emerso è l'ignoranza di alcune persone e di gran parte dell'Italia su determinati temi. La cosa era andata che avevo fatto un video dove parlavo dello Ius Soli e Salvini l'aveva condiviso. Al di là di quello che ha scritto lui, il vero problema, secondo me, sono stati gli infiniti commenti. Mi ha shockato l'ignoranza dilagante. Tutti che commentavano come se io fossi appena sbarcato in Italia. C'è stato addirittura chi ha detto che faccio musica grazie ai famosi 35€. Quello che ho appurato è che non c'è l'abitudine a sapere di persone di seconda generazione nate qua. C'è ancora il cliché del nero criminale che spaccia nella povertà. Non so come farvelo capire, ma io a scuola ci sono stato ahahah. Il problema comunque è generazionale, i ragazzi più giovani stanno vivendo il cambiamento sulla loro pelle e riescono a comprendere meglio certe cose.

    In "Forza Italia" dici una cosa che mi ha colpito molto: "I miei vicini son convinti che io sia uno dell'Isis". Come me la spieghi questa cosa?

    Sì! Ma davvero, sono fantastici, i miei vicini di casa hanno mandato delle lettere all'amministratore di condominio dicendo che vogliono farmi perquisire per le norme anti-terrorismo. Perchè vedono che da casa mia entra e esce un sacco di gente colorata di ogni tipo e si immaginano chissà che cosa. Ma in realtà siamo persone tranquille, facciamo musica e al massimo ci fumiamo le canne. Insomma, sopravviviamo.

     

    Che rapporto hai con la musica? Cosa ascolti oltre a rap e trap?

    Ascolto il raggae e molto afrobeat nigeriano. Poi mi piacciono molto J Cole e Kendrick Lamar e apprezzo particolarmente il rap francese che, secondo me, in questo momento, è migliore di quello americano perché c'è più sperimentazione. Poi a me piace di più perché è più legato all'Africa, sia per le basi musicali che perché i cantanti, mediamente, lì, sono africani. Condividiamo un certo universo nelle storie che raccontiamo. Anche perchè se sento un rapper americano magari parla dei suoi negri che si sparano nel ghetto. Io non vedo ghetto e non sono mai sceso in strada a sparare a nessuno. 

    Potessi fare un featuring con chiunque nel mondo, chi sceglieresti?

    Beh il mio rapper preferito è Youssoupha, quindi mi piacerebbe molto con lui. Sennò con J Cole. Comunque con qualcuno fuori dall'Italia.

    Hai un film preferito o un libro, un regista o uno scrittore?

    Beh ho avuto il mio periodo Tarantino. Poi a me piacciono un sacco i film di mafia, senza cadere nel cliché del rapper gangster. Mi piace molto la serie Gomorra. In quanto a libri ho letto molto ai tempi dell'università, ultimamente leggo molto di meno. Comunque ci sono vari libri che mi hanno accompagnato per anni e anni. Più che altro amo leggere le biografie dei grandi personaggi storici, tipo Mandela o Martin Luther King. Così, perchè sono curioso di capire cosa possa portare un individuo a rompere il proprio percorso di normalità per provare a cambiare la realtà.

    Chi sono gli artisti italiani che preferisci tra quelli usciti da poco?

    Beh c'è da dire che Ghali in questo momento è proprio al top, più in forma che mai. E così anche Sfera. Quello che mi piace, però, è che si stia sviluppando un filone della trap e di rap alternativo indie con Willie Peyote, Carl Brave X Franco 126, Frah Quintale etc. Che è tutta roba davvero originale e davvero italiana. Finalmente si sta sviluppando, in questo paese, un hip-hop con una nostra identità.

    E in mezzo a tutto questo, tu dove ti collochi?

    Io non mi colloco perché sono Tommy, sono speciale e non assomiglio a nessuno ahahah. Te lo dico così, scherzando in tranquillità, ma è un po' la conclusione a cui sono giunto. Ogni tanto mi chiedono tipo a chi mi ispiro etc. Ma io mi sento il risultato di troppi processi diversi tra di loro. Anche solo perchè ho i genitori nigeriani, conosco la musica africana, sono cresciuto in Italia, ho amici di tutti i tipi, ho vissuto in Inghilterra dove ho scoperto il rap francese etc. Non c'è una pista a cui mi possa associare. Sono una cosa strana. Una malformazione del sistema.

    Tommy ti ringrazio molto per la disponibilità. Prima di salutarci ti chiedo giusto se puoi fare qualche spoiler sui progetti futuri.

    Sto lavorando a un sacco di canzoni e ci saranno molte sorprese. Il mio contratto con Universal perdura, quindi almeno un altro disco con loro uscirà sicuramente.

     

    Ascolta "Italiano Vero" il nuovo album di Tommy Kuti 
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    Thomas Tramarin
    Thomas Tramarin
    Sono Thomas Tramarin, anno 1995, proveniente da Alessandria, appassionato di Hip-Hop dalla metà degli anni 2000. Ho finito gli studi nel 2017 presso la Scuola Holden a Torino e nella vita sono uno storyteller, scrittore e copywriter.