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    Fabri Fibra? Da rinchiudere per sempre: Alcatraz!

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    Fabri Fibra? Da rinchiudere per sempre: Alcatraz!

     

    Alcatraz, Milano, 23/10/2017.

     

    Fabri Fibra ha preparato uno spettacolo col botto. Puro intrattenimento delirante con una sola regola, dettata da lui, al ''Vai!'' si salta.

    Chi lo conosce lo sa: non è uno come gli altri. Non si è voluto fermare al protocollo standard del concerto e infatti le performance canore sono intervallate da dei video proiettati che raccontano la storia del suo percorso artistico.

    Inizia dalla fine, dall'acclamazione della folla. Con un telegiornale che annuncia l'inizio del live. Per poi partire dal vero inizio, quando non era nessuno, quando non riusciva a chiudere le rime, quando nessuno era dalla sua parte e credeva che non ce l'avrebbe mai fatta. E infine quello che sarà il filo conduttore dell'intera esibizione: le casse parlano, con la sua voce, per tre volte, sempre più lente e distorte. E ripetono una cosa sola: ''Se ti dicono lascia stare tu che fai, lasci stare?".

    Poi sale sul palco. Lui, con solo Dj DoubleS alle spalle.

    Ma la cosa stupefacente non è che sia un portento, che non sbagli mezza virgola, che trasmetta tutta la carica emotiva che c'è dentro ad ogni suo pezzo. Questo è scontato, stiamo parlando di uno dei migliori rapper in Italia – e non si discute.

    La cosa stupefacente, dicevo, è che lo vedi umano, terribilmente umano in ogni sua accezione. Che potrebbe essere il tuo vicino di casa un po' squilibrato che rincasa la sera tardi ubriaco facendo un casino bestiale e che il giorno dopo viene a scusarsi portandoti una teglia di lasagne. Che sì, ci vorresti fare una foto, farti fare l'autografo, ma forse preferiresti prenderci un caffè senza che nessuno lo sappia, per vedere quell'essere umano che il successo, i social, le promo e mille altre cose hanno mascherato, ma che lui in prima persona prova sempre a far emergere. Come se stesse affogando nelle sabbie mobili e, consapevole di non doversi muovere troppo – sennò morirebbe -, tirasse un po' il collo in su giusto per dire ''eccomi, sono qui, sono ancora come tutti voi, che ci crediate o meno.".

    La folla è in visibilio e appena si ferma un attimo, giusto da prendere il fiato, parte il coro ''Olè olè olè, Fibra, Fibra!". E lui prima ride, poi ringrazia, poi tira fuori quei tre secondi di Mr. Simpatia, pazzo e ingestibile, in cui dice al pubblico ''Vi scoperei a tutti!".

    Poi sdrammatizza, prende per il culo i giornalisti. "Domani scriveranno che sono salito sul palco dell'Alcatraz emozionato". Ma caro Fabrizio, un po' emozionato lo eri davvero, ed è per questo che ci piaci. Che quando sfotti gli altri stai prendendo un po' di mira anche te stesso.

    Ha anche fatto un inedito, che sarà presente nell 'EP del re-pack di Fenomeno (uscita prevista per novembre). Si intitola CVDM, e questa volta non vuol dire Che Vita Di Merda, ma… Cazzo Vuoi Da Me?

    Volete sapere che tipo di pezzo sia? Vi lascio una barra: "Se un ragazzo disabile ascolta questa musica gli viene voglia di prendere a calci la maestra."

    Nella scaletta mette un po' di tutto. Oltre ai pezzi dell'ultimo lavoro c'è stata occasione di sentire dei must della sua carriera come Bugiardo, Non fare la puttana, Verso altri lidi, In Italia, Vip in Trip, Tranne te, La pula bussò e Vaffanculo scemo.

    Dopo quasi due ore il concerto finisce e saluta il pubblico. Dice che non importa quali siano i nostri obiettivi, basta che facciamo di tutto per raggiungerli, senza ascoltare chi ci dice che non ce la possiamo fare. Poi fa parlare la folla.

     

    Fabri Fibra: Se ti dicono lascia stare…

    Pubblico: …tu che fai, lasci stare?!

     

    Un abbraccio Fibra,

    Thomas.

     

     

    PS: vaffanculo scemo!

    Thomas Tramarin
    Thomas Tramarin
    Sono Thomas Tramarin, anno 1995, proveniente da Alessandria, appassionato di Hip-Hop dalla metà degli anni 2000. Ho finito gli studi nel 2017 presso la Scuola Holden a Torino e nella vita sono uno storyteller, scrittore e copywriter.